E’ necessario il Male?
Accade a tutti noi, durante un momento particolarmente negativo, di porsi questa domanda.
Quando non si riesce a rispondere ad essa, facilmente compaiono l’afflizione, la perdita di autostima, la colpevolizzazione verso se stessi, e, di conseguenza, verso il mondo.
Solo riuscendo a perdonarsi, ed a rivalutarsi, si può superare questo blocco, che ritengo essere di natura filosofica e psicologica al tempo stesso.
Nel tempo, diversi filosofi hanno affrontato il problema del male, e si può notare come, e spesso ce ne dimentichiamo, l’uomo non sia alieno al male, e viceversa.
L’uomo può decidere liberamente se fare (o farsi) del male, come può decidere liberamente come reagire al male. La forza del male sta nella nostra debolezza.
Sant’Agostino definisce la non-sostanzialità del Male. Esiste solo il Bene, in quanto unica emanazione di Dio. L’uomo, tuttavia, è libero di agire, essendo dotato di Libero Arbitrio, e nelle sue azione si ritrova il Male. Il male è un fenomeno umano, quindi.
Mi viene in mente Platone, quando definisce il Male come tendenza innata dell’uomo, e come privazione del Bene. Il Male, quindi, può esistere solo quando il Bene è assente, pertanto non esiste di per sé.
Kant, molto similmente, parla del Male come inclinazione e tendenza congenita, pertanto lo definisce Male Radicale. Tuttavia, ed anche qui vedo fiducia verso l’uomo, ad una data quantità di Male Radicale, corrisponde una certa propensione alla Bontà. Il motivo per il quale il Male vince è imperscrutabile.
Schelling riprende Kant, ma introduce una nuova grandezza: il Dio in divenire: il Male e il Bene si mescolano tra loro con una lenta vittoria del Bene, demandando così la vittoria del Male alla volontà umana.
Dio in divenire mi fa venire in mente Vico, con i suoi corsi e ricorsi storici, e Marx, con le lotte di classe periodiche, alternate tra momenti di vittoria del bene e momenti di vittoria del male. Borsellino definì la mafia come fenomeno umano, e come tale caratterizzato da un inizio ed una fine. Risalta il rimando a Schelling ed a Marx.
Per Kierkegaard il segnale d’allarme del Male è l’angoscia. L’angoscia nasce infatti dalla consapevolezza della capacità dell’uomo di fare del male. E’ una descrizione del senso di colpa.
Non credo che sia necessario il Male, ma credo sia necessario il Bene: forse è superata la concezione del Libero Arbitrio, ma mi piace pensare, che sono le nostre scelte, di fronte ad ogni singolo avvenimento della vita, tra Giusto o Sbagliato, tra Bianco e Nero, tra Bene e Male a condizionare la nostra esistenza, e che quindi, siamo noi, gli uomini, a influenzare il nostro destino, sempre e comunque, con Dio.
Riflessioni – Dott. Nicola Casillo – Medico
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