Un futuro senza omofobia?
Parto da una citazione di Albert Einstein: temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato da una generazione di idioti. Parole profetiche. Temo, anzi ne sono certa, che questo sia già accaduto.
Mi riferisco a quanto è accaduto al liceo di Nuoro, il liceo classico “Asproni “. Alcuni studenti di questo liceo usando appunto la tecnologia hanno pubblicato su Facebook una lista di studenti gay, accompagnatada volgarità e insulti, scherzi e battute di pessimo gusto. Ovviamente è esplosa una bufera dentro e fuori dal liceo.
Il preside e tutti i docenti hanno protestato fortemente, manifestando insieme agli studenti, anche indossando un maglietta bianca: si sono tutti presi per mano ragazzi con ragazze, ragazze con ragazze e ragazzi con ragazzi.
Gli omosessuali oggetto di queste oscenità da parte di un gruppetto di “bulli idioti” non sono stati lì a guardare. Hanno reagito e, ascoltati dalle istituzioni, sono riusciti a fare chiudere la pagina Facebook e far sì che la polizia potesse indagare per identificare i responsabili di queste vergognose mancanze di rispetto e lesiva della dignità di altri esseri umani e della loro diversità.
Cose di questo genere le sentiamo tutti i giorni . Continuiamo a dirci che episodi simili non devono più ripetersi, che bisogna fare in modo che tutti possano contrastare l’intolleranza in tutte le sue forme.
È un problema culturale che va risolto ed è necessario che i nostri politici si impegnino anche su questo punto. Occorre una legge contro l’omofobia, ma soprattutto bisogna anche dare dei limiti a ciò che viene pubblicato in rete, da parte di “idioti” che usano la tecnologia a scopo offensivo e vigliaccamente lo fanno nascondendosi dietro lo schermo di un computer.
È inutile dire che sono sdegnata, dispiaciuta, rammaricata e anche molto preoccupata perché vedo che dietro agli episodi di intolleranza nei confronti del “diverso” in tutti i suoi aspetti, spesso e volentieri, ci sono giovani che in questi gesti mostrano grandi mancanze di valori, ma ancheun grande disagio. Ecco perché tutti insieme famiglie, scuola, istituzioni dobbiamo fare molto di più per cambiare questo ordine di cose.
I giovani rappresentano il futuro e il futuro che devono costruire per se stessi. E deve essere migliore di questo presente, in tutti i sensi.
Elvira Giocoli
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