“La passione di Don Armando”
Dal discorso di don Armando Zappolini, presidente nazionale del Cnca , tenutosi durante la presentazione di Un’Altra Agenda, presso la sala convegni dell’associazione Insieme, sede del Cnca lucano.
“… Una nostra caratteristica,,fin da sempre, fin da quando ci ha fondati don Luigi Ciotti nell’ 82, era quella di partire dalla prassi e di elaborare la teoria, capire le cause: perché i poveri non vengono come lo tsunami o il terremoto,inaspettati, ma sono sempre frutto di ingiustizie: quando c è qualcuno che ha fame significa che c’è qualcuno che ha mangiato troppo ed allora ci siamo stancati di raccattare i rottami e vogliamo capire perché queste cose ci sono. Per questo siamo anche un po’ scomodi. Io vengo dal mondo delle comunità terapeutiche. Quando negli anni 90 si fondò la prima cooperativa, scelsi il nome “Delfino” e lo scelsi perché il delfino è un animale tenero e giocherellone; però il delfino è anche quello che lotta con gli squali, per cui dietro questa dolcezza c’è anche un anima tosta… è questo il Cnca. È molto importante che si parli da una comunità. Noi parliamo al paese e in questo momento ai candidati, ma lo facciamo con i piedi ben piantati nei nostri servizi, lo facciamo avendo nel cuore e nei gli occhi le persone che vivono con noi, che noi accogliamo e che accompagniamo, alle quali noi cerchiamo di dare voce perché molte delle persone da noi accolte, sono persone che non contano niente nella cultura della società. Sono messe da parte; per cui il nostro lavoro di far riconoscere la loro dignità diventa poi la forza che ci porta a parlare.
… Il welfare non può essere considerato un costo, il welfare è un investimento. Un ragazzo in carcere costa trecentocinquanta euro al giorno, mentre in comunità il costo è di media cinquanta euro; un ragazzo poveraccio, entra in carcere con un problema e ne esce delinquente formato, mentre in comunità entra con un problema e ne esce con una strada da percorrere. Il welfare è un motore di sviluppo, non si può parlare di welfare come qualcosa da risolvere, come carità ed assistenza. Io sono un prete e so benissimo il valore della carità. Non voglio che la politica faccia carità, ma che riconosca i diritti delle persone. Sono dell’ idea che l’assessore alle politiche sociali debba smettere di sciupare soldi e che, invece, crei un percorso virtuoso, in cui il sociale, il welfare, non siano un costo ma un motore di sviluppo. La Politica è schiava della lobby, dove essa è in mano ai grandi interessi privati. Ll’ Ilva insegna: bene privato male comune. Il gioco di azzardo è un’altra prova di quanto la politica abbia ceduto la sua dignità: stiamo promuovendo una campagna nazionale ed io ne sono portavoce….È quindi necessario che la politica stessa si ridia dignità e si liberi dal potere delle lobby e metta in evidenza la centralità della persona: il diritto di ognuno è individuale ed è qualcosa legato alla persona stessa.- La lotta all’illegalità e alla corruzione, non si fa solo prendendo in onsegna qualche vecchio latitante della mafia, ma bloccando le gradi transazioni finanziarie, per esempio.
Al centro di “Un altra Agenda” un’ agenda che parte da persone i cui piedi pigiano sulla terra dei nostri servizi, c’è la valorizzazione e la partecipazione dei cittadini. Nessuno di noi fa concettualizzazione, ogni volta che parliamo abbiamo avanti storie. Il nostro fare non basta, occorre davvero che la politica dia una svolta, che sia sintomo di cambiamento per il nostro paese; e siccome siamo fiduciosi vogliamo sperare che sia la volta buona…..”
DON ARMANDO ZAPPOLINITrackback dal tuo sito.